Dicembre 2018 - In conclusione

I giorni di Natale mi fanno sempre venire voglia di scrivere. Sarà la fine dell’anno che si avvicina e il desiderio di fare il bilancio di “come è andata”, sarà che qualche giorno di relax risveglia le proprie passioni, sarà, sarà…ma eccomi qui.

Questa volta vi parlerò di uno dei periodi più intensi della mia vita, che si avvia alla conclusione. Tra 6 mesi quasi esatti infatti si tornerà a votare, e concluderò la mia prima esperienza politico-amministrativa, avviatasi quasi 5 anni fa. Riassumerei tutto con “è stato un periodo molto intenso”. E subito mi immagino mio papà che mi dice “fare le riunioni non è faticare”… ed è vero, ma vi  assicuro che il livello di pressione, la numerosità degli impegni, le ore trascorse in Municipio, l’esposizione continua, per 5 anni…sommati a un lavoro, due bambini piccoli… si son fatti sentire.

A tirar le somme, però, gli aspetti positivi sono di più di quelli negativi.

Tra gli aspetti positivi: ho imparato tantissimo. La gestione di un Comune è al di là della comprensione umana, se non praticata direttamente. Puoi leggerti tutti i libri, imparare le norme a memoria, ma poi quando ti trovi a dover seguire tutti gli aspetti di un territorio, dal sociale, alle scuole, alle strade, alle norme urbanistiche, al personale, alle procedure, alle persone da incontrare…non c’è libro che possa spiegartelo. La varietà dei casi, delle storie, degli eventi, i substrati di norme, di regolamenti, di cose fatte prima di noi, non si riesce nemmeno a raccontare. So solo che personalmente, e professionalmente, conosco davvero un mare di cose in più, utili, importanti, interessanti. Questo ha generato due conseguenze: che tento di spiegare tutto a tutti, dalla minima polemica alla grande questione, il mio desiderio di rendere semplice e trasparente la complessità è incrementato. Gli esiti sono discutibili, spesso perché i temi sono troppo complessi, spesso perché la controparte non ha DAVVERO voglia di capire. La seconda conseguenza è che non mi lamenterò mai più per una buca, per una strada poco asfaltata, per un lampione spento…senza avere davvero cognizione di causa.

La convinzione personale sorta da questa riflessione è che probabilmente 1 anno di esperienza civica “da questa parte” la dovrebbero fare tutti. 2 anni per quelli che si lamentano su Facebook. È anche il motivo per cui evito come la peste i social dove la gente spera di usare in maniera intelligente internet, quando in realtà si generano dialoghi al limite del paranormale. Una volta ho chiesto a mia sorella di farmi dare un’occhiata ai commenti della gente e quando ho visto che sotto una foto del cantiere della Piazza (due anni per trovare le risorse, mesi per progetto e gara, altri mesi per realizzarla), una tizia ha commentato con “Bene, ora che si asfaltino le strade!”. E probabilmente l’ha fatto in 6 secondi, con astio, mentre andava a rifarsi le sopracciglia (non so perché immagino questa scena!!) e mi son immaginata noi 5 della giunta ancora seduti intorno al tavolo, con i fogli dei conti a farli quadrare, a trovare le (immani) risorse per un piano asfaltature (si parla di migliaia di euro) e a non trovarli, a fare i salti mortali tagliuzzando di lì, di su, di giù…rileggendo, montando e smontando, sacrificando altro, esultando alla notizia di qualche trasferimento che poi invece non c’è più…saltando cene, tornando a casa nervosi, rileggendo le news di tutti i bandi possibili e immaginabili, studiandoli, vedendo che non vanno bene… e poi magari magicamente trovando qualche minima risorsa per fare qualcosa, allora bandire, controllare… insomma, e la tizia probabilmente - con le sopracciglia perfette – a rallegrarsi del proprio senso civico con cui aveva digitato quelle poche parole.

Questo non significa che non dobbiamo fare quanto sopra, ci mancherebbe, ma vedete, è la leggerezza con cui le persone dicono o pensano si possano fare le cose che mi lascia perplessa. Al bar qualche settimana fa un signore mi ha detto che “avreste dovuto mettere in palio 50.000 euro l’anno”…mettere in palio???????? Mettere in palio???? E poi?? Estrarre a sorte??? La gente che ha la concezione dell’amministrare in stile “festa di paese” è sempre esistita, per carità, la cosa che mi spaventa è che sia in continuo aumento. E hai voglia a spiegare!

Un’altra cosa molto positiva sono le persone con cui ho avuto la fortuna di amministrare e lavorare in questi anni. Il tempo trascorso con loro è sempre piacevole, nonostante non sia stato sempre facile. Ma vorrei spender in particolare due parole sul Sindaco, Giacomo. Lo devo ringraziare perché c’è sempre stato, si è sempre assunto responsabilità anche scomode (direte che è normale che sia così, vi chiedo di dare un’occhiata ai nostri politici e poi fatemi sapere!), ma allo stesso tempo mi ha dato la possibilità e l’onore di prendere il suo posto in diverse occasioni. Molto spesso, soprattutto nei periodi delle festività, riusciamo a sommare 4 eventi a sera, quindi dato che l’ubiquità non è ancora di questo mondo, cerchiamo di dividerci affinchè il Comune sia rappresentato un po’ dappertutto. In alcune di queste occasioni, oltre alla semplice presenza, ho anche dovuto portare un saluto o addirittura “fare un discorso”. E devo dire che preparare i discorsi è una cosa bellissima (evidente disturbo e mania di protagonismo? It could be) e i due più belli che mi sono toccati sono stati quelli di un 28 maggio – anniversario della strage di Piazza Loggia – e un 4 novembre – festa dell’Unità d’Italia. 

Ho poi presenziato a diversi eventi con la fascia, ho celebrato matrimoni, condividendo l’emozione degli sposi di tutti i tipi e le età.

Ho anche realizzato uno dei miei sogni giovanili…….

……

….. ok dai ve lo racconto. 

Dovete sapere che io adoro cantare. È sempre stata la mia passione, e il mio “hobby”, quando avevo tempo per avere un hobby. Ormai canto solo a casa, o a Messa (e mi scuso pubblicamente con tutti i poveri partecipanti che avendomi vicino si saranno ascoltati le mie seconde voci e il mio “volume”) e da quando sono in Amministrazione mi piace un sacco cantare l’Inno Nazionale o “Il Piave” ai vari eventi pubblici, insieme a tutti gli altri e di solito accompagnati dalla Banda. Un anno, la manifestazione del 4 novembre fu molto piovosa, e come sempre quando piove evitiamo di andare al Parco dei Caduti con la Banda, ma andiamo in un piccolo gruppo per l’Onore ai Caduti e l’alzabandiera. Dovete anche sapere che a Borgosatollo abbiamo il Capogruppo della nostra sezione Alpini (il mitico Gianni!) che è un superorganizzatore di tutti questi eventi e che conosce e tiene particolarmente alle regole dell’etichetta. E quindi anche se diluvia, all’alzabandiera bisogna cantare l’Inno d’Italia. In quell’occasione diluviava, e al momento del via, la Fausta (altra nostra concittadina sempre presente!) mi diede una pacca sulla spalla come per dire “Intona!” (vabbè sui metodi sorvoliamo) e ovviamente non me lo feci ripetere due volte. Ho sparato una versione di Fratelli d’Italia che la Beyoncè ai superbowl del 2004 non era nulla in confronto! (aahhahah ovviamente scherzo…ma a parte gli scherzi, fu un bellissimo momento).

Ciò detto, dov’ero? Ah, sì, parlavo del nostro Sindaco.

Il nostro Sindaco ha impegni istituzionali che lo portano lontano, in Africa per l’esattezza, almeno una volta l’anno, e che quindi mi lasciano “al comando” per diversi giorni di fila. Quando uso il termine “al comando” scherzo, non comando proprio niente, diciamo che mi prendo le responsabilità…

Comunque, a livello di ansia io non sono messa benissimo… e il fato ci ha messo del suo. 

Ogni volta che il Sindaco ha travalicato il confine nazionale è successo di tutto, tra cui:

-       Sparizione di cittadini____ con conseguente apertura di Unità di Crisi Locale con Protezione Civile, sommozzatori e cani e elicotteri in giro per il paese;
-       Esondazione di fossi____con conseguente corsa in giro a chiudere le chiuse a mano con la Protezione civile;
-       Crollo di ponti (1) che collegano a un depuratore____ con conseguente ricerca di passaggi alternativi;
- ecc. ecc.

Per ora me la sono cavata, o meglio diciamo che il tutto si è risolto sempre senza problemi per i nostri cittadini, e al di là del fatto che probabilmente dovrò cominciare a prendere la pastiglia della pressione, posso solo ringraziarlo per avermi inconsapevolmente fatto fare grandi esperienze e grandi passi avanti. 

Ci sono stati anche momenti più leggeri e divertenti. Alcuni periodi meno stressanti in cui abbiamo potuto prenderci il tempo di uscire a bere una cosa: il termine di qualche procedura complessa, la cena post-consiglio comunale…e anche nel mio assessorato – nonostante le tematiche “pesanti” – siamo riuscite spesso a trovare momenti di sorrisi e spensieratezza. 

Ecco, per dirvi che in questi anni ho imparato:

-       A passare dall’italiano al dialetto manco fossi una traduttrice, che a volte gli appuntamenti devi farli proprio solo in dialetto, sennò ciao;
-       Al fatto che puoi avere le “cariche” che vuoi, ma per tutti gli under 50 che mi conoscono resto “Eli” e per gli over 50 resto “Lisa”, e devo dire che mi fa molto piacere. Cioè, una cosa di cui sono sempre stata contenta è quella di aver garantito (io come gli altri del ns consiglio) la vicinanza e la presenza vera. Data dal fatto di continuare ad esserci come prima, laddove andavo prima: piazza, mercato, Messa, concerti della Banda, feste e sagre di paese, ecc. Emblematico di come “non sia cambiata” è quella volta che al mercato stavo parlando con un cittadino, serissima, ed è arrivato un mio amico che per salutarmi, come sempre, mi ha dato un buffetto sul collo (leggero, di quelli che si usano per salutare J) e a parte l’imbarazzo del momento… (dentro di me ho pensato “ciao, la mia legittimità è andata, dopo un coppino!”) la faccia del cittadino si è distesa subito, a vedere che reagivo come si deve reagire…come ho sempre reagito, sorridendo e stando allo scherzo!
-       A rimettere in salsa “amministrazione locale” qualsiasi libro io abbia letto in tutti questi anni. Dai saggi politici, agli articoli, alle biografie, alle storie, io le giro e le rigiro e quando parlano di qualsiasi cosa lievemente tecnica, la riporto a Borgosatollo. A cosa avremmo fatto noi, a cosa faremmo noi, a cosa servirebbe qui, a come funzionerebbe o meno qui.
-       A sbuffare, tanto…molto… le risorse sono pochissime e le attese perché arrivino quelle promesse…molto lunghe… devo dire che la mia pazienza ne ha beneficiato. Le parolacce che dico però non sono diminuite. Quando le cose non girano come vuoi, ragazzi, non è semplice.
-       Ad andare a trovare sempre di più i nostri anziani. Sono spettacolari, e se sei un po’ giù di morale, sono capaci di svoltarti la giornata. Sono praticamente una loro nipote acquisita e sono tutti molto generosi, gentili, sorridenti. 
-       A non prendere troppo sul serio l’idea di andare a fare un giro al mercato e voler davvero fare acquisti. Mi fermo ogni due metri e parlo con chiunque per almeno 20 minuti. Da domande personali, a richieste su contributi, a informazioni, ecc. Rispondo a tutto. Così come tutti quelli del ns gruppo, ci mancherebbe!

E poi… a cantare gli inni, ad emozionarmi tantissimo per i momenti solenni, a piangere (ancora!) come una fontana ad ogni manifestazione alpina quando intonano il “Signore delle Cime” e pensare a mio fratello, e al Signore che lo lasci andare per le sue montagne… 

Ad apprezzare i cittadini che donano, che si rendono disponibili, che prestano tempo, risorse, spazi, conoscenza per il proprio paese. Perchè trasportano i ragazzi disabili la mattina, perchè aprono il centro sociale, perchè puliscono la strada quando qualcuno sporca, perchè passano ore negli archivi per raccontare la storia di Borgosatollo, perchè seminano sorrisi e fiducia e non zizzania e malcontento. 

Ora, chiudiamo il 2018 e vediamo come andrà!


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